Blitz dell’Antimafia al CAS, 57 gli indagati. Confconsumatori Sicilia si costituirà parte civile

A marzo l’associazione di tutela dei consumatori aveva presentato una diffida al Consorzio Autostrade Siciliane e adesso si ripropone per la difesa dei diritti degli utenti

cas operazione tekno, incentivi progettuali - Direzione Investigativa Antimafia su CAS, Catania – Sono passate pochissime settimane da quando Confconsumatori aveva inviato una diffida al CAS (Consorzio Autostrade Siciliane) per lamentare di una condizione insostenibile sulla A18 e stamattina le indagini della Direzione Investigativa Antimafia (Operazione Tekno) hanno fatto luce su diverse ombre che riguarderebbero appalti e lavori al Cas. E non è difficile immaginare le ricadute che questi importanti sviluppi, che vedono indagati per peculato 57 nomi tra i lavoratori del Consorzio, hanno avuto sugli utenti della Catania-Messina che percorrono questa autostrada con bassissimi livelli di sicurezza.
Confconsumatori si costituirà parte civile nel processo penale che scaturirà dai provvedimenti odierni e assisterà tutti gli automobilisti che, a loro volta, vorranno farlo per essere risarciti di tutti i danni subiti in questi anni.

Consorzio per le autostrade siciliane Cas«Mentre la tratta autostradale veniva lasciata in condizioni di assoluta mancanza di sicurezza – commenta l’avvocato Carmelo Calì, presidente di Confconsumatori Sicilia (per info 348-5152184 – rappresentando un pericolo per l’incolumità degli automobilisti e per l’integrità dei relativi mezzi, gli odierni indagati erano in tutt’altre faccende affaccendati. Questa indagine conferma anche la piena fondatezza della diffida che, ai sensi dell’art. 140, comma 5, del Codice del Consumo, di recente abbiamo inviato al CAS e su cui proseguiremo visto che, nel frattempo é trascorso infruttuosamente il termine di quindici giorni che avevamo assegnato».
L’associazione intensificherà anche la collaborazione con il gruppo Facebook denominato “A18 e A20 le Autostrade siciliane della vergogna” e chiede sin da ora a tutti gli aderenti di continuare a raccogliere e segnalare, con foto e video, le condizioni assolutamente precarie del tratto autostradale e comunque tutti i disservizi che ritengano utili ai fini del nel processo.
«Non poteva essere normale tutto questo, – dichiarano l’avvocato Calì e l’architetto Stefano Costantino, che coordina su Facebook il gruppo “A18 e A20 le Autostrade siciliane della vergogna” – troppi soldi finivano nella tasche dei tanti che anziché curarsi della manutenzione curavano i propri interessi. Speriamo che dopo quest’ultima vicenda le cose comincino a cambiare».
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