A guardare il risultato maturato a Livorno è normale parlare di rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Il Catania conclude la sua stagione in quinta posizione, grazie al 6-1 rifilato in terra toscana, e per la prima volta (dal 2006/2007) non approda alla seconda fase del campionato Primavera. Peccato davvero perché nel computo finale della stagione pesano i punti persi in casa e le sconfitte inattese con le ultime due, Avellino e Trapani, che ne hanno compromesso un cammino che avrebbe portato certamente ai play off. Gli spunti comunque che emergono da questa stagione non certo agevole sul piano dell’andamento (sette vittorie esterne ma troppi ko casalinghi a Torre del Grifo) sono da ritenersi positivi.
“Il Livorno – ammette Pulvirenti in una nota diffusa sul sito ufficiale del Catania – non meritava un passivo così pesante, noi abbiamo trasformato ogni occasione in gol, mostrando grande risolutezza, contrariamente a quanto accaduto nell’arco del torneo”.
E proprio quest’aspetto ha condizionato non poco l’esito delle partite nelle quali il Catania al cospetto delle big non ha certo demeritato. In molte partite la squadra ha ricercato il risultato attraverso il gioco, una conquista che dovrà essere affinata. Ma sono state troppe le occasioni sprecate. Da questo risultato bisogna ripartire, attrezzando un gruppo dei ragazzi, classe 1996, competitivo: “La stagione è da ritenersi positiva, nonostante l’amarezza per il mancato accesso ai playoff. C’è stata, infatti, la crescita di tutti i singoli, testimoniata anche dall’esordio in prima squadra di Garufi e Caruso. Le conquiste dei giocatori della Primavera, meritate, rappresentano esempi positivi ed incoraggiamenti per tutto il settore giovanile”.
Il Catania proprio da giovani deve ripartire, da quell’impronta marcata che può ridare slancio anche alla prima squadra. Il famoso senso di appartenenza che può e deve in questa fase creare ottimismo e consentire di guardare avanti per il futuro.