Ci risiamo. In meno di 48 ore da quando è ripartita dal porto di Palermo, la nave Jonio, definita dai suoi “patron” progetto di disubbidienza morale, è andata a caccia di migranti, fin sotto le coste libiche, ed ha caricato a bordo 49 persone, sottraendole alla legittima Autorità della Guardia Costiera libica, che aveva tempestivamente inviato sul posto una propria motovedetta, non appena informata degli eventi in corso.
Una vera e propria gara non a salvare naufraghi ma ad accaparrarsi clandestini.
La motovedetta della Guardia Costiera libica avrebbe potuto imporre con la forza della Autorità costituita la riconsegna dei 49, perché sotto la sua giurisdizione è accaduto il tutto, in violazione degli accordi sottoscritti da due Stati sovrani, l’Italia e la Libia.
Non lo ha fatto e non si sa il perché, ma questo pertiene alla regolamentazione dei futuri rapporti interstatali.
Quello che è certo ed incontrovertibile è che le ONG si comportano come NCC (noleggio con conducente) abusivi perché non aspettano neppure la chiamata, ma come un vero e proprio taxi si vanno a cercare i passeggeri.
La Mare Jonio ha preso il mare con il dichiarato intento di violare la vigente normativa Italiana.
Lo ha fatto e lo ha rifatto presentandosi davanti alle coste di Lampedusa e, disubbidendo ad un ordine della Guardia di Finanza che intimava di riprendere il largo, si sono messi alla fonda, sfidando apertamente l’autorità dello Stato italiano.
Questo il punto della situazione al momento.
Ognuno la può pensare come vuole, ma se le regole non piacciono si cerca di cambiarle, non si vìolano e calpestano mettendoci in ridicolo davanti al mondo intero.
Questa ennesima rivolta, perché di questo si tratta, non può finire a tarallucci e vino ne va della nostra credibilità e lasciar passare disubbidienza e ribellione è estremamente pericoloso.
Italiani brava gente è un film drammatico del 1965, diretto dal regista De Santis, e non una definizione in forza della quale abbiamo regole elastiche ed Autorità senza spina dorsale che hanno smarrito pure il rispetto per la separazione dei ruoli e si sovrappongono al punto che a sentir parlare le cosiddette Autorità sembra di trovarsi nella Torre di Babele.
Alfio Franco Vinci