I numeri in Italia: oltre 50.000 positivi, non erano così tanti dallo scorso Marzo. In Sicilia 102 casi”. Così titola in prima pagina La Sicilia di oggi.
In Spagna e Francia è già allarme rosso, mentre la Germania trema.
Nella giornata di ieri 1.494 nuovi casi, a fronte di 50.000 tamponi; cioè la metà della media giornaliera, come dire che se si fossero fatti 100.000 tamponi i casi sarebbero verosimilmente stati 3.000.
La ministra Azzolina intanto stabilisce, con la stessa sicumera con la quale ha garantito la “normale riapertura delle scuole al 14 settembre”, IL VIRUS FUORI DALLE SCUOLE”.
Gli altri Paesi della Unione Europea ed oltre, hanno chiesto al prof Conte di prestagliela per mettere in sicurezza anche le loro scuole.
Le trattative sono in corso, ma speriamo che si concludano nel migliore dei modi per noi; potremo così vantarci di generosità e solidarietà internazionali, per esserci privati di cotanta ministra.
Ma veniamo ai misteri; se a Marzo con meno contagi rispetto agli attuali 50.000 ci hanno chiusi in casa, hanno portato sull’orlo del fallimento le aziende, bloccandoci fino a metà Giugno a colpi di DPCM, com’è che adesso “tutto va ben madama la contessa (pardon la marchesa)?”;
Com’è che delle iniziative di mini lockdown adottate dalle Regioni si parla quasi con fastidio?
Com’è che vengono messe in campo tutte le armi di distrazione di massa disponibili, pur di non parlare di Covid?
Delle due l’una: o eccesso di allarmismo a Marzo (ma si doveva recuperare rispetto agli inquietanti silenzi di Febbraio), o cortine fumogene e pudende a Settembre rispetto alle mirabilie annunciate e ben lungi dal realizzarsi.
Fatto sta che, ancora una volta, il Popolo suddito e non più sovrano, deve accontentarsi di verità preconfezionate, indigeste quanto un panino sotto vuoto prelevato da un distributore automatico, solo che col panino ce la caviamo con una disintossicante, con il “rancio” del governo rischiamo di finire in terapia intensiva.
Alfio Franco Vinci