La Cifa, associazione di categoria della ristorazione, chiede lumi sul proprio destino. Un altro eventuale lockdown manderebbe al fallimento migliaia di attività
“Ci rassicura che il premier Conte abbia smentito che ci sarà il coprifuoco per le attività di ristorazione ma vogliamo capire al tempo stesso cosa si intende per chiusure selettive in caso di aggravamento delle condizioni di contagio da Covid-19. Gli imprenditori della ristorazione vogliono conoscere il loro destino perché ciò che è stato paventato fino ad adesso li getta in un enorme sconforto perché possibili chiusure anticipate – o addirittura lockdown mirati – significano il fallimento per migliaia di attività”
Ad affermarlo è il segretario provinciale della Cifa di Catania Gaetano Benincasa dopo un confronto serrato avuto in questi giorni proprio con chi si occupa di ristorazione nella provincia etnea e non solo: c’è allarme perché determinate categorie imprenditoriali stanno pagando un prezzo troppo alto.
“Siamo tutti concordi nell’affermare che serve una stretta sui controlli: i contagi salgono e siamo tutti preoccupati. Ciò che serve è maggiore attenzione da parte dei cittadini che devono rispettare le regole e più controlli: ben venga l’idea di utilizzare l’esercito visto che spesso gli italiani non sanno auto-gestirsi. Anche Catania ci ha fornito immagini non certo esaltanti di come giovani e meno giovani vadano in giro per il centro storico incuranti delle regole. Ma la mancanza di educazione civica di alcuni non può valere il futuro lavorativo di tanti imprenditori che riescono a dare lavoro a centinaia di famiglie. Ecco perché – conclude Benincasa – chiediamo che ci siano più mezzi e uomini delle forze dell’ordine in campo e dal canto nostro garantiamo la massima collaborazione al rispetto delle regole da parte degli imprenditori”.