A un giorno dal semi-lokdown imposto dalla zona arancione di cui la Sicilia farà parte almeno per i prossimi 15 giorni, i numeri dei contagi siciliani non diminuiscono. Anzi tutto il contrario. A Palermo si supera la soglia dei 530 nuovi positivi e salgono di 7 i nuovi pazienti ricoverati in terapia intensiva.
I dati comunicati dalla Regione Siciliana sulla sua pagina Facebook dicono che i dati sono riportati dal bollettino quotidiano del Ministero della Salute, ma i dubbi oggi sono tanti e avremmo bisogno di capire un po’ di più su chi trasmette cosa a chi. È la Regione a mandarli al Ministero? Così sembrerebbe da ciò che ha detto oggi Brusaferro durante la conferenza stampa ribadendo che da 24 settimane il lavoro è stato condotto di concerto con le regioni. Ma sembrerebbe esattamente il contrario ad ascoltare le parole del governatore Musumeci e dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
Chi ha ragione? Chi ha torto? Sinceramente non ci interessa la polemica e ci rendiamo perfettamente conto di non essere in grado di capire, neanche studiandoli, i 21 punti che hanno determinato l’arancione per Sicilia e Puglia e giallo e rosso per tutte le altre regioni.
Una cosa però possiamo dirla: fino a giugno (poi smisero) i dati che venivano comunicati dal portavoce di Musumeci parlavano di dati “segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale”. Adesso invece la dicitura è cambiata: “come riportato dal bollettino quotidiano del Ministero della Salute”.
Ma al Ministero questi dati come arrivano? La gestione dei tamponi non fa capo alle ASP? E le ASP non fanno capo alla Regione? Ci risulterebbe di sì.
In ogni caso siamo arrivati all’avvio della zona arancione. Da domani più di qualcosa cambierà nelle nostre giornate. Non potremo spostarci da un comune all’altro (a meno di servizi indisponibili nel comune in cui viviamo); bar e ristoranti saranno chiusi e prendere un caffè mentre andiamo a lavorare non sarà più possibile. Ci siamo passati purtroppo e sappiamo bene di cosa si parla. Ma c’è un aspetto importantissimo che non dobbiamo dimenticare: queste misure dureranno per 15 giorni, ma potrebbero essere revocate dal 16° a patto che l’indice RT (e i 21 parametri appresso) si abbassi in modo stabile nell’arco di queste due settimane.
Questo blocco non possiamo cambiarlo – almeno questa è la percezione che abbiamo – né i numeri di oggi – che trovate poche righe più in basso – inducono a pensare, e a sperare, in un ripensamento. Quindi scordiamoci l’impossibile le polemiche e correggiamo i nostri comportamenti all’insegna del buonsenso. Da ora, da subito. Se faremo bene i sacrifici potrebbero finire entro il 20 novembre. Vale la pena provarci, anche perché un conto è non lavorare o stare ai domicliari per 15 giorni e un conto è farlo fino al 3 dicembre.
Nella scheda accanto sono riassunte le regole per le tre aree di rischio e per le regioni arancioni sarà necessario compilare l’autocertificazione (scariac qui: autodichiarazione x spostamento misure anticovid) nei casi di spostamento fuori dal proprio comune. Non è obbligatorio portarsela dietro ma velocizza le operazioni di controllo.
Monica Adorno
I dati della Sicilia di oggi
Sono 51 i pazienti ricoverati oggi per Coronavirus a fronte dei complessivi 1322 soggetti positivi rilevati così come riportato dal bollettino quotidiano del Ministero della Salute.
Il dato dei ricoveri comprende anche le terapie intensive che, nello specifico, oggi vede un incremento di nove pazienti rispetto a ieri per un totale di 157 posti occupati su 547 (dati Quirinale). Il dato dei guariti è pari a 389 persone.
Venticinque (25) i decessi.
I tamponi processati sono stati 9497.
Il Report nelle province
02 Agrigento,
23 Caltanissetta,
292 Catania,
20 Enna,
99 Messina,
531 Palermo,
117 Ragusa,
152 Siracusa,
86 Trapani.