Si sa, i bambini e gli adolescenti per il momento, con dispiacere di Letta, non votano. I genitori però sì, e non vedono l’ora di liberarsi dell’ingombro dei figli a casa, anziché comodamente collocati in una scuola, che deve non solo occuparsi di didattica, ma anche di supplenza alle famiglie in tutt’altre faccende affaccendate, nonostante i bonus all’uopo concessi e ai permessi parentali dilatati fino all’inverosimile.
E quindi ministri dello stesso Governo, ma di diversa estrazione politica, e forse anche di diversa cultura e formazione, incominciano ad ipotizzare un preoccupante dopo Pasqua, sotto la bandiera del “tutti a Scuola”.
Così si pronunciano il Ministro per la famiglia, Elena Bonetti (Italia viva) e i Parlamentari del PD, Lattanzio e Nardelli, ma non così il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, tecnico indipendente, che non ha un “pubblico pagante (e votante) “da accontentare e da suadere in previsione delle prossime elezioni.
Speriamo che chi ha la responsabilità del Dicastero faccia le scelte più prudenti, non scaricando tutto su Sindaci e Regioni che, fino ad un mese fa hanno tenuto da soli la linea del fronte.
E parlo di prudenza, perché, se è vero come è vero che fino alla fine di settembre dovremo avere come unico obiettivo la vaccinazione per tutti, pensare a sacrificare gli agnellini pasquali con 100 giorni di ritardo rispetto alla ricorrenza della strage degli innocenti, fissata dalla Chiesa alla data del 28 dicembre, è un po’ eccessivo.
Forse dovremmo organizzare corsi serali per quei genitori che non hanno ben chiaro il loro ruolo.
Alfio Franco Vinci