Sabato 25 marzo alle ore 20 va in scena il secondo spettacolo per Officina teatro canzone nella Sala del Centro studi laboratorio d’arte di via Caronda, a Catania
Catania – Primo appuntamento con un buon successo di critica e pubblico per Officina teatro canzone che ha esordito con la storia di “Angelo Mangano, un questore di pubblica sicurezza” che indagò in Sicilia sulla mafia e, in Sardegna negli anni Sessanta e Settanta, contrastò il banditismo arrestando, tra gli altri Luciano Liggio e Totò Riina. Sul palco il cantastorie Giuseppe Pastorello ha interpretato, in brani, canzoni e immagini d’epoca, il testo del figlio, omonimo, che è stato intervistato dal giornalista Daniele Lo Porto, e ha introdotto gli spettatori alla realtà di quel periodo storico; all’attentato al padre che fu raggiunto da sei colpi di pistola che non lo uccisero ma dai quali non si riprese mai veramente e per le ferite di quegli spari, anni dopo, se ne andò per sempre. Applausi per Giuseppe Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Agnese Firullo (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico), Christian Bianca (violino).
Il secondo spettacolo andrà in scena il 25 marzo ed è incentrato sulla distruzione di Marina di Melilli e sul trasferimento dei suoi abitanti, sacrificati in nome dell’industrializzazione, a metà degli anni Sessanta. In “Marina, il sogno di mio padre” (liberamente spirata dal libro “Il mio nome è Marina” di Roselina Salemi) si ricorda la triste storia di un borgo di pescatori che si affacciava sul golfo di Targia, di fronte alla bellissima penisola di Thapsos, tra il porto di Augusta e la città di Siracusa. Negli anni ’60 in quell’area cominciarono i lavori per costruire il petrolchimico di Priolo-Siracusa, uno dei più grandi poli industriali d’Europa. Il paesaggio cambiò radicalmente. Il paese di Marina di Melilli venne raso al suolo. L’aria divenne irrespirabile, l’acqua del mare avvelenata. Gli abitanti se ne andarono, tranne una decina di famiglie che non vollero abbandonare le proprie case. Uno di loro guidava la resistenza denunciando gli abusi di aziende senza scrupoli che stavano a poco a poco distruggendo quel pezzo di costa incontaminato dai tempi della Magna Grecia. Si chiamava Salvatore Gurrieri, fu ucciso nel 1992 da due sicari che lo sorpresero nel sonno e lo lasciarono morire, incaprettato, nel bagagliaio della sua auto. I killer furono arrestati e processati, ma i mandanti sono ancora ignoti. La paga per quel delitto fu di duecentocinquantamila lire a testa. (www.marinadimelilli.it)
Lo spettacolo si sofferma sugli ultimi giorni trascorsi dagli abitanti nelle loro case, descrivendo l’incantevole zona detta “Paradiso degli dei”, la vita degli abitanti, le mal velate minacce nei confronti di coloro che non volevano andare via, l’abbandono delle case, il travaglio del prete nel non volere seguire le direttive di chi gli chiedeva di lasciare la Chiesa, la baldanza di un onorevole corrotto che anteponeva il progresso alla vita della gente, le confessioni di un criminale e il dolore di una bambina per l’abbattimento della sua casa. È un unico messaggio: “Noi torneremo lì, ti rifaremo lì, non avremo la stessa età ma avremo tanta forza in più”.
Gli interpreti: Giuseppe Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Agnese Firullo (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico), Christian Bianca (violino).
Lo spettacolo sarà ospitato nella sala di via Caronda, 316, con inizio alle ore 20, atto unico, durata circa 70 minuti. Il costo è di 10 euro. L’incasso dello spettacolo sarà devoluto in beneficenza.
Per informazioni e prenotazioni: 3939393189, facebook officinateatrocanzone, officinateatrocanzone@gmail.com