CATANIA – «È davvero angosciante sentir parlare ancora di problemi burocratici facendo riferimento ai ritardi della demolizione e costruzione dell’aerostazione Morandi». È diretto e deciso il commento di Giuseppe Spadafora, vice presidente nazionale di Unimpresa e commissario Unimpresa Sicilia, dopo gli interventi dei dirigenti Sac SpA al Consiglio Comunale di Catania. «Si aggiudicano – continua – un convinto non-ne-posso-più che sfocia in indignazione quando ammettono che “nulla è stato fatto (dai vertici di Sac SpA) dal 2016” per migliorare le condizioni dell’aerostazione, mission che era stata loro affidata dall’assemblea dei soci, con in testa la Camera di Commercio del Sud Est prima del commissariamento. «Prendiamo quindi atto – continua Spadafora – dell’incapacità espressa dai Top Manager della Sac che dal 2016 non hanno fatto niente per il Piano Industriale. Dopo dieci anni non si vede alcuna luce né sulla Morandi né sui motivi e le conseguenze dell’incendio del 2023 né sulla privatizzazione. Tutto questo mentre la nuova stagione estiva è praticamente iniziata e i dieci milioni e più di passeggeri, che transitano da e per Catania, dovranno continuare a subire i disservizi strettamente connessi a una aerostazione assolutamente inadeguata anche per viabilità, parcheggi, controlli.
Gli stessi interventi sulla Morandi sembrano sempre lì pronti a partire e poi c’è sempre un poi per un oggi che non arriva mai. Se il CdA di Sac avesse dato seguito al mandato allo sviluppo che gli era stato assegnato forse Catania avrebbe già superato i venti milioni di passeggeri. Al contrario l’aeroporto è stato utilizzato alla stregua di un bene personale riservato per compiacere questo o quel compagno di partito, di cordata o di semplice amicizia.
Se invece si vuole davvero lavorare per lo sviluppo del territorio attraverso il potenziamento delle infrastrutture esistenti e la realizzazione di nuove, allora bisogna cambiare atteggiamento e lasciare fare a chi fa impresa, cioè gli enti datoriali. «La politica ed i politici dovrebbero relegare le loro competenza – prosegue Spadafora – al mero indirizzo, senza per forza scendere nei dettagli gestionali, anche perché è qui che si annidano malaffare, corruzione e illeciti come lo scambio di voti».
È tempo di comprendere appieno che abbiamo un territorio da ricostruire e se l’economia siciliana negli ultimi due anni è cresciuta del 12,3% producendo un aumento del pil del 5% (fonte: Centro Studi Unimpresa) il merito non è della politica ma della capacità imprenditoriale.
«Per questo Unimpresa Sicilia – conclude Giuseppe Spadafora – chiede le dimissioni di tutto il CdA della Sac SpA con la riserva di verificare il danno subito dall’attuale gestione».