Chi ha vissuto in pieno gli anni ’90 li ricorda come un periodo di grande confusione ma anche di grande fermento creativo. Erano anni in cui la moda conosceva il suo momento di maggiore splendore grazie alla generazione di Top Model che in quegli anni monopolizzava copertine di riviste e manifesti pubblicitari.
Erano gli anni in cui si affacciavano alla ribalta icone della moda come Christy Turlington, Kate Moss, Cindy Crawford, Helena Christensen e Linda Evangelista. Ma erano soprattutto gli anni del “grunge”, gli anni in cui conobbero la grande consacrazione i Nirvana di Kurt Cobain. Il che, tradotto nel linguaggio della moda, significa uno stile fuori dalle righe, una moda che non segue una regola ben precisa e predilige il gusto per gli abiti usati e dismessi.
In questa epoca di grande confusione e avara di nuove idee il ricorso a quello stile è molto frequente. Molti gli stilisti che trovano in quegli anni fonte d’ispirazione. Alcuni di essi quarantenni per aver vissuti in pieno quegli anni come nel caso, ad esempio, di Fausto Puglisi, e di Alexander Wang, Altri invece, come Marc Jacobs, addirittura hanno il merito di aver dato la dignità stilistica alla moda di quegli anni avendo consacrato per primi lo stile “grunge”.
In questa fase storica il ricorso a quegli anni e agli stili che andavano per la maggiore in quell’epoca è continuo. Sia nelle collezioni della passata stagione fredda sia – soprattutto – in quelle della primavera-estate 2014, gli elementi immediatamente riconducibili agli anni ’90 sono molteplici. Gli stilisti di moda, sempre attenti all’evoluzione dei costumi si sono resi conto che gli anni ’90, e tutto ciò che appartiene a quell’epoca storica, esercitano un appeal non indifferente sulla generazione 2.0.
Proprio in occasione del ventesimo anniversario dalla morte di Kurt Cobain, lo stile grunge, di cui lui fu il massimo esponente torna prepotentemente in auge. Jeans strappati, usurati dallo scorrere del tempo, camicie a quadri e Converse All Star diventano il tema dominante della nuova stagione calda.
Come in un romanzo di Charles Baudelaire, i perdenti diventano gli assoluti protagonisti, veri e propri modelli di riferimento. Una sorta di nuovo romanticismo dove i nerd della Silicon Valley, ragazzi prima considerati sfigati e secchioni vengono celebrati e rivalutati come nuovo modello di riferimento.
Tante le case di moda che hanno celebrato nelle loro collezioni estive il mito di Kurt Cobain. Da Jacob Cohen a Dsquared2, da Marc Jacobs a Yves Saint Laurent by Hedi Slimane. Così, secondo la celebre teoria dei corsi e ricorsi storici la moda del grunge a vent’anni dalla scomparse del suo massimo esponente Kurt Cobain torna a vivere una seconda giovinezza, facendo dello stile “used” un tratto distintivo della primavera-estate 2014.
Patrick Battipaglia