La visita del professore Guido Tonelli a Catania è stato uno di quegli eventi che dovrebbero segnare profondamente la vita della città. Si tratta infatti di uno dei principali protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, la cosiddetta “particella di Dio“. L’incontro è avvenuto presso la Facoltà di Fisica dell’Università di Catania, artefice il professore Sebastiano Albergo, amico e collega di Tonelli, organizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dalla Scuola Superiore di Catania, dal Dipartimento di Fisica e Astronomia, dal Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia. In circa un’ora e mezza di conferenza, il professore Tonelli ha raccontato i punti salienti del percorso che hanno condotto alla scoperta del bosone di Higgs e al relativo annuncio che è avvenuto a livello mondiale il 4 luglio 2012.
Un lavoro che ha coinvolto per diversi anni circa 3.000 ricercatori tra i quali un gruppo molto importante di Catania. Un contributo importante è anche giunto dalla StMicroelettronics che ha fornito alcune apparecchiature estremamente sofisticate. Alla conferenza, oltre ai nostri più autorevoli rappresentanti della Facoltà di Fisica, erano presenti decine di studenti.
La relazione è sembrata volare via sia per l’importanza dell’argomento sia per come lo ha esposto Tonelli con chiarezza e semplicità, rendendo chiari anche i concetti più complessi. Tonelli ha esortato i giovani a non smettere di sognare di scommettersi anche sulle cose più complesse e difficili, non farsi sviare perché, ha detto «se lo avessimo fatto noi, con i tanti che ci criticavano, non avremmo mai dimostrato l’esistenza del bosone». È stato poi sottolineato il fatto che nel mondo della Fisica e della ricerca ad esso connesso non ci sono altri sistemi per andare avanti se non quello del merito.
«Ogni gruppo – ha spiegato Tonelli – si deve confrontare con altri gruppi sparsi in tutto il mondo ed ha dei tempi e degli obiettivi da raggiungere. Chi non ce la fa è automaticamente tagliato fuori. Non c’è quindi spazio per chi non ha capacità, volontà e preparazione».
Catania ha contribuito alla scoperta del bosone sin dal primo momento con un gruppo che si è impegnato nella realizzazione di uno degli aspetti più complessi dell’intero progetto di ricerca.
Tante le ricadute sul campo reale di questa ricerca, alcune ancora del tutto inesplorate; in ogni caso l’interazione con molte aziende di alta tecnologia è stato un momento importante del progetto. Tra queste c’era anche la StMicroelettronics di Catania. Il contributo della nostra città e delle sue intelligenze è stata dunque non secondario nella più importante scoperta scientifica del secolo.
Mat