Dalla Sicilia martoriata dall’emergenza sbarchi, Forza Italia ha rinnovato la richiesta di mettere la parola fine alla fallimentare missione Mare Nostrum, con una conferenza stampa che ha avuto per relatori, insieme al coordinatore regionale azzurro Vincenzo Gibiino, il capogruppo di Forza Italia all’Ars, on. Marco Falcone, il vice capogruppo, on. Vincenzo Figuccia, il deputato Santi Formica, il neoeletto deputato europeo, on. Salvo Pogliese, e l’on. Salvatore Iacolino, relatore a Strasburgo della risoluzione del 23-10-2013 sull’emergenza migratoria. A prendere parte all’incontro anche il vicecoordinatore vicario di Forza Italia in Sicilia, sen. Francesco Scoma, il neodeputato regionale Alfio Papale, la responsabile dei Club Forza Silvio Sicilia Costanza Castello e gli amministratori locali del movimento.
L’operazione Mare Nostrum dovrebbe concludersi il 30 giugno giusto?
“Dovrebbe. In realtà speriamo di essere intervenuti abbastanza in tempo per fare riflettere tutti. La nostra mozione – ha dichiarato Vincenzo Gibiino – ha portato a una valutazione di superamento dell’operazione. Il dato di 300mila euro al giorno di costo vivo, il rischio epidemie, la condizione non più sopportabile che ha portato a oggi al numero di 53.000 persone che sono giunte (dall’inizio di Mare Nostrum) sulle nostre coste. L’errore strategico che ha commesso il ministro dell’Interno Alfano, nel momento in cui ha sottoscritto il regolamento 604 dell’Unione Europea che prevede che i migranti vengono trattenuti nel territorio di primo approdo – che in Europa non può che essere l’Italia – ha determinato questo momento di crisi
“Il fatto che l’operazione Mare Nostrum sia a scadenza ci porta a fare una valutazione. Primo. Rivedere il regolamento 604 perché non sia l’Italia a dover trattenere i migranti quale Stato di primo approdo. Secondo. Il finanziamento delle misure che dovranno essere adottate per fronteggiare i migranti che giungono in Europa con un costo che sia a carico dell’Unione Europea. Terzo. Quello che fece l’allora premier Silvio Berlusconi – continua Gibiino – fu quello di avviare in maniera forte e importante – comprendiamo che Renzi non ce la possa fare da solo ma con l’aiuto dell’Ue e dell’Onu con i paesi Nord Africani – che i migranti trovino speranza di lavoro e di vita nei loro territorio e non di venirlo a trovare nei nostri”.
C’è un’alternativa? Andare a prendere noi queste persone avrebbe un senso?
“I migranti devono rimanere nel loro territorio, trovare lavoro – ribatte Gibiino – nel loro Paese. Invece noi dobbiamo, come Europa e come Onu, immaginare di consentire all’Africa di avviare un processo di sviluppo”.
Anche insegnando loro nuovi lavori?
“Devono essere supportati i governi. Le previsioni del 2014 vedono l’Africa con un Pil del 4,5%, quindi è ovvio che c’è una sorta di scollamento tra la realtà produttiva che si sta avviando in Africa, importante, soprattutto se paragonata all’Italia che è sotto l’1%, e quello che sono invece le reali speranze di vita. E allora va fatta un’azione promozionale importante – afferma Gibiino – da parte dell’UE e dell’Onu, in Africa, perché trovino sbocchi di lavoro e speranze di vita in Africa. Mentre in questo momento sono soggetti alla malavita africana che gli dice che da loro non hanno speranze che invece possono trovare in Europa passando attraverso l’Italia. Se non vanno fatte queste operazioni importanti, non riusciremo a fermare questo flusso migratorio”.
In che modo si realizza tutto ciò, ed è possibile fermare nell’immediato quest’esodo?
“Si ferma facendo accordi. Certe volte non è bello copiare, ma se è l’unica possibilità va presa in considerazione. E io dico copiate ciò che fece Silvio Berlusconi”.
Chi può andare a fare questi accordi? L’Italia potrebbe intervenire?
“Possono portarli avanti solo i vertici dell’Ue e dell’Onu, l’Italia non ha nessuna – conclude Gibiino – forza economica. Del resto questo è un problema continentale. Non solo italiano e siciliano”.
Monica Adorno