La Flotta Nato non partecipa all’operazione Mare Nostrum. E il comandante Piegaja: “Ma rispondiamo a ogni richiesta di soccorso”

Il comandante Giovanni Piegaja saluta il collega Seipel

Il comandante Giovanni Piegaja saluta il collega Seipel

Navigare sul Mediterraneo, controllare e garantirne la sicurezza è un compito non da poco. Un compito che diventa un onore quando il comando riguarda una flotta Nato che ha il compito preciso di rendere il mare sicuro. Sicuro da cosa? Dalle mine sommerse che si nascondono sui fondali marini dalla seconda Guerra mondiale e non solo.

Potrebbero essercene di più recenti – anche se assicurano di no – posizionate da Stati non controllati per bloccare l’accesso al proprio territorio.
Le acque in cui opera questa flotta Nato capitanata dalla Nave Aviere controlla il Mar Mediterraneo, il Mar Baltico e il Mar Nero. Le navi coinvolte nel programma sono nove ma il numero non è fisso e dipende dalla disponibilità dello Stato che ne ha il comando. Tra qualche giorno, ci dice il comandante Piegaja poco dopo la cerimonia, alla flotta si aggiungerà una unità.

La cerimonia è stata solenne, da protocollo. Come si sposa questo rigore con la società in cui viviamo?
«Onore, tradizione, coraggio. Questi sono i valori della Marina e questi sono gli ideali riconosciuti in tutto il mondo – commentano i due comandanti Piegaja e Seipel e il contrammiraglio Kamensky.  I giovani di oggi hanno bisogno di qualcuno che tramandi loro delle tradizioni. E noi siamo qui per questo».

Cosa le ha lasciato quest’anno di comando?
«All’interno dell’Alleanza Atlantica – afferma il comandante Seipel – ci sentiamo capaci di integrare le nostre forze internazionali. Operiamo con gli stessi standard, le stesse tattiche e abbiamo le stesse attitudini mentali. Uno dei principali compiti era quello di integrare le culture che lavorano insieme. E l’abbiamo fatto integrando l’equipaggio tedesco con quello turco. A questo si aggiungono gli altri obiettivi compreso quello focalizzato a eliminare i traffici illeciti di armi o di materiali potenzialmente utilizzabili dai terroristi».

In che modo tutto questo si sposa con il programma Mare Nostrum?
«Noi siamo marinai – questa volta è il comandante Piegaja a rispondere – e siamo tenuti a rispondere immediatamente a una richiesta di soccorso. Ma la missione principale di questo gruppo non è Mare Nostrum».
Monica Adorno

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