Una volta insediatosi come presidente di turno dell’Unione europea Matteo Renzi ha subito rivolto la sua attenzione alle riforme istituzionali mettendo in atto la politica dei due forni. Da un lato si chiudono accordi con Silvio Berlusconi, dall’altro si dialoga con il Movimento 5 Stelle. Ma quest’ultima trattativa in fin dei conti potrebbe essere solamente un sistema per tenere sulle corde Berlusconi e costringerlo a mantenere l’impegno preso. Dal canto loro i grillini stanno manovrando in modo che le scelte meno popolari, ma utili a tutti, ricadano sul Premier e sul Cavaliere.
Il gioco delle parti continua e il teatrino della politica continua immutabile con la sola differenza che gli attori sono molto meno bravi di quelli del passato. Come dire, da Marcello Mastroianni a Daniele Interrante. Berlusconi, dal canto suo, sta mettendo in atto una strategia d’attesa: ricostruire Forza Italia e far logorare Renzi da problemi esterni (gestione del Paese) e interni (normale fronda democratica, leggasi Massimo D’Alema).
Per il resto, di queste riforme annunciate, di quella del Senato per prima, non si ha ancora un’idea chiara. Il dibattito sembra essersi fermato sull’elettività o la non elettività dei futuri senatori. Ma restano ancora aperte, e poco chiare, questioni come i compensi e le indennità. Anche se i senatori saranno consiglieri e sindaci, il viaggio e il soggiorno a Roma chi lo pagherà. Certamente non l’eletto o il nominato, che potrebbe anche essere nullatenente, ma lo Stato, la Regione o il Comune. Il problema quindi sono i 20.000 euro di indennità. Visto che è stato ampiamente dimostrato che il “bicameralismo perfetto” non incide quasi per nulla sui tempi di approvazione delle leggi.
Che le due Camere, quella Bassa e quella Alta, debbano avere ruoli e funzioni diverse potrebbe, anzi è senz’altro giusto ma tutto quello che si dice in questi giorni, e che si è anche detto in questi ultimi anni, non sempre è stato vero. Solo per fare un esempio nel Regno Unito la Camera dei Comuni è composta da 650 membri mentre la Camera dei Lord da 826 membri con una popolazione di poco più di 63 milioni di abitanti. In Italia i deputati sono 630 ed i senatori 320 per quasi 61 milioni di abitanti. In Francia, come ultimo esempio, gli abitanti sono più di 66 milioni; l’Assemblea Nazionale ha 577 parlamentari e il Senato ha 348 membri. Le situazioni sono simili. Se l’obiezione però è quella che inglesi e francesi lavorano meglio degli italiani, allora nulla da ridire.
Quindi le idee sono chiaramente confuse o forse lo sono perché ciò fa parte di un piano preordinato. Chissà se alla fine succeda come nel film “Benvenuto Presidente” quando, a fronte di manovre e contromanovre, ci si troverà ad eleggere un Giuseppe Garibaldi che sconquasserà il sistema. Chissà. L’esperienza ci ha insegnato che a volte la realtà supera la fantasia. Una volta tanto potrebbe succedere nel bene.
G.I.