Secondo i dati forniti dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, nello scorso mese di giugno la Motorizzazione ha immatricolato 127.489 autovetture, con una variazione di +3,81% rispetto a giugno 2013, durante il quale ne furono immatricolate 122.815.
Nello stesso periodo di giugno 2014 sono stati registrati 322.909 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +0,25% rispetto a giugno 2013, durante il quale ne furono registrati 322.102.
Nel periodo gennaio-giugno 2014 la Motorizzazione ha in totale immatricolato 756.818 autovetture, con una variazione di +3,34% rispetto al periodo gennaio-giugno 2013, durante il quale ne furono immatricolate 732.322. Nello stesso periodo di gennaio-giugno 2014 sono stati registrati 2.110.326 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -1,37% rispetto a gennaio-giugno 2013, durante il quale ne furono registrati 2.139.671.
«A nostro avviso il dato positivo di giugno va considerato come un ‘rimbalzo tecnico’ sostenuto unicamente da noleggio e kilometrizero, realizzati in numero significativo dal sistema distributivo per traguardare i premi correlati alla realizzazione degli obiettivi di vendita del secondo trimestre e del primo semestre dell’anno. Dalle nostre stime il canale privati, la parte più sana delle nostre vendite, che non è inquinata da artifizi di sorta, potrebbe segnare a luglio un record negativo andando molto sotto il 60% dell’intero mercato». È stato questo il commento a caldo di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto.
La Federazione dei concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia ritiene che il mercato dell’auto sia imbalsamato dalla situazione economica del paese, oramai fanalino di coda dell’Europa. Situazione creata soprattutto dall’inasprimento fiscale voluto dagli ultimi Governi verso chi acquista e utilizza un autoveicolo. Tasse che hanno ridotto drasticamente i consumi, danneggiando lo Stato che ha visto ridursi le entrate fiscali e che quindi potrebbe scegliere ancora una volta la via più facile: alzare ancora le tasse. In un circolo vizioso che ci può portare solo dritti nel baratro.
Lo dimostrano, fra le altre cose, le pesanti ristrutturazioni ancora in corso, a suon di chiusure e licenziamenti e le oltre 8 milioni di ore di cassa integrazione per la nostra filiera dal 1 gennaio.
Ha poi aggiunto Pavan Bernacchi: «Abbiamo molto apprezzato la volontà espressa dal Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi nella riunione convocata lo scorso 23 giugno con tutte le Associazioni del settore automotive, tesa ad accelerare l’analisi sulle proposte concrete per uscire dalla situazione di grave crisi in cui versiamo. È una impostazione di metodo che condividiamo, ma è indispensabile che il Governo nel suo complesso prenda atto delle peculiarità specifiche e della necessità di interventi concreti in grado di far ripartire il mercato automobilistico che si candida, per i suoi fatturati, a far da traino a tutto il mercato interno. Però avviso il Governo: le nostre aziende non possono aspettare 1.000 giorni, come per le riforme. Sono anni che aspettiamo e ora abbiamo bisogno di provvedimenti per abbassare la pressione fiscale. E soprattutto, che nessuno pensi di aumentare ancora le tasse sugli autoveicoli».