Catania – Lo scontro tra Confcommercio e Confindustria ha impedito che venisse subito eletto il nuovo presidente della Camera di Commercio di Catania. Dopo due anni di commissariamento lo scorso 19 marzo si è insediato il nuovo Consiglio che avrebbe dovuto eleggere il presidente. Dodici consiglieri, invece, al momento della votazione sono usciti dalla sala facendo mancare il numero legale necessario per la regolare elezione. Si è trattato dei 9 che fanno riferimento alla Confcommercio, 2 alla Confesercenti e 1 alla Coldiretti.
Nei giorni precedenti Confcommercio e Confindustria avevano raggiunto un accordo di massima sull’elezione di Salvatore Bonura ma poi l’associazione degli industriali ha sterzato in maniera assolutamente decisa verso Domenico Bonaccorsi di Reburdone. Un nome non nuovo per questo scranno, a dire il vero, visto che già da mesi le chiacchiere dei salotti della città di questo parlano insistentemente.
«Rivolgo un appello accorato a tutti i colleghi consiglieri – ha scritto in una lettera il consigliere Fabio Micalizzi – nonché alle organizzazioni datoriali, affinché si operi in un clima di cooperazione e armonia. L’ente camerale, all’interno del quale il consiglio determina l’indirizzo generale, deve costituire un’organizzazione al fianco dei cittadini e delle imprese, evitando di cadere nelle perverse dinamiche personalistiche che caratterizzano la più deteriore vita politica del nostro Paese».
«La Camera di Commercio – ha aggiunto Micalizzi – sia animata dallo spirito associazionistico che le appartiene, e riacquisti subito la sua funzione di motore propulsivo dell’appassita economia catanese. Esorto tutti i colleghi a formulare le proprie proposte in relazione all’elezione del presidente, ricordando loro che ritirarsi sull’Aventino non fa altro che nuocere alla salute e all’attività dell’ente camerale che, dopo due anni, ha finalmente l’occasione di ricominciare l’esercizio delle proprie piene funzioni. Alzare le barricate, trincerarsi dietro la propria posizione non giova ad alcuno: solo con il confronto e con la concertazione è possibile implementare azioni e progetti che diano fiato al tessuto socio-economico etneo.
«Laddove, infine, qualcuno non si ritiene disposto a tale condotta politica – ha concluso Micalizzi -, ceda il passo, rimetta il proprio mandato all’organizzazione datoriale di riferimento, consentendo a qualcun altro di potersi porre al servizio delle imprese e delle categorie rappresentate».
Il Consiglio è composto da 33 membri: Fabio Micalizzi, Carmelo Micalizzi, Lorenzo Cusimano (Agricoltura e pesca), Antonio Barone, Sebastiano Molino, Salvatore Bonura, Orazio Platania (Artigianato), Giuseppe Antonio Giansiracusa, Silvia Carrara, Giuseppe Cusumano (servizi alle imprese), Saverio Continella (Credito), Antonio Strano (Turismo), Angelo Di Martino, Silvio Fortunato Ontario (Trasporti), Angelo Mattone (organizzazioni sindacali), Francesco Tanasi (consumatori e utenti), Luciano Ventura (cooperazione), Domenico Bonaccorsi, Antonello Biriaco, Maria Cristina Elmi, Leone La Ferla (Industria), Monica Luca, Gaetano Roberto Ponte, Giuseppe Scuderi (servizi alle persone), Domenico Ambra, Antonino Gambonello Barberi, Riccardo Galimberti, Enza Lombardo, Salvatore Antonio Politino, Gabriella Vicino, Carmelo Zermo, Antonino Giampiccolo (Commercio), Sebastiano Truglio (Consulta delle professioni).