Il rapporto delle analisi dei mari siciliani da parte di Goletta Verde di Legambiente è come al solito più negativo che positivo. Oltre il 60% dei punti analizzati lungo le coste siciliane non superano l’esame: 16 i prelievi che hanno restituito un giudizio di “fortemente inquinato” e “inquinato” rispetto ai 26 realizzati in totale.
E oltre il danno c’è anche la beffa: perché non solo persistono evidenti problemi nel sistema depurativo siciliano, ma i soldi da tempo disponibili e messi a disposizione dal Fondo di Sviluppo e Coesione per adeguare rete fognaria e gli impianti di depurazione (circa un miliardo di euro) rischiano di andare perduti a causa della mancata progettazione da parte degli enti preposti. Una sfida, quella della depurazione, che la Sicilia non risulta ancora essere pronta ad affrontare nel modo giusto.
Tutto questo mentre anche l’Unione Europea chiede di fare presto: la nuova procedura di infrazione arrivata nei mesi scorsi coinvolge addirittura 175 agglomerati urbani siciliani, classificando la Sicilia tra le regioni peggiori e con il maggior numero di “anomalie” circa il trattamento dei reflui. Legambiente, così come già fatto lo scorso anno, ha chiesto dunque, alla Regione e alle amministrazioni locali di adoperarsi subito alla programmazione economica degli investimenti, sfruttando l’occasione offerta dai finanziamenti Cipe tutelando così uno dei più importanti patrimoni di questa terra: il mare e il sistema fluviale.
Ma la mancata depurazione è soltanto uno dei problemi che affligge le coste siciliane. Proprio per questo Goletta Verde ha assegnato la “bandiera nera” alla Regione Siciliana per la mancata redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo e per la mancata tutela del patrimonio naturale presente sulle nostre spiagge.
UN MILIARDO E 161 MILIONI RISCHIANO DI TORNARE ALL’UE
«L’adeguamento del sistema depurativo è una di quelle opere che necessiterebbero immediatamente una task force in grado di far fronte all’incapacità progettuale degli enti locali – dichiara Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde -. La Sicilia rischia di far tornare a Bruxelles quasi per intero il miliardo e 161 milioni di euro messi a disposizione dal Fondo di Sviluppo e Coesione per realizzare fogne e depuratori nella nostra isola maggiore. Finora le risorse utilizzate ammontano ad appena 65 milioni, che stanno per essere assegnate con decreti della Regione, mentre il termine per l’utilizzo, già prorogato al 30 giugno 2014, è nuovamente scaduto. Al momento, il numero di progetti cantierabili è di appena 14 su 94, un numero che non potrà evitarci le multe per l’infrazione UE e soprattutto l’inquinamento causato dallo sversamento di acque ancora non depurate. Per evitare il peggio bisogna subito mettere mano al risanamento di questa situazione, per cui chiediamo a gran voce che i fondi vengano immediatamente utilizzati e si trasformino in interventi concreti per contrastare questo triste primato sulla depurazione»
“BANDIERA NERA” PER LA REGIONE SICILIANA
«Alla Regione consegniamo oggi anche il poco ambìto vessillo che Legambiente assegna a chi si è particolarmente distinto per azioni contro il mare e le coste italiane per ricordare ai nostri governanti che occorre fare presto e bene per difendere l’immenso patrimonio di questa terra che rischia di soccombere sotto il peso della maladepurazione e degli attacchi di speculatori senza scrupoli – spiega Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia -.
«Una mancata tutela che parte soprattutto dall’assenza di Piani di utilizzo del demanio marittimo, ma anche a causa dell’abusivismo edilizio, dalla mancata emanazione dell’ordinanza di regolamentazione dell’uso delle spiagge, dell’assenza di tutela delle emergenze naturalistiche, o ancora per l’assenza di standard di qualità ambientale per i servizi alla balneazione. I problemi da affrontare sono molteplici e imprescindibili se si vuole non solo difendere quanto di più prezioso abbiamo su quest’isola, ma anche per rilanciare la stessa economia turistica. Per questo chiediamo alla Regione Sicilia e all’assessore regionale al territorio e ambiente una urgente regolamentazione delle attività balneari con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale, alla qualità dei servizi ed alla tutela delle emergenze naturalistiche».
ACI CASTELLO E CALATABIANO LE COSTE PIù INQUINATE
Tre i punti analizzati in provincia di Catania, di cui due giudicati “fortemente inquinati”: a Calatabiano (alla foce del fiume Alcantara, in località San Marco) e ad Aci Castello (Lungomare Galatea, nei pressi dello sbocco dello scarico fognario ad Aci Trezza). Nella norma le acque campionate a Catania nella zona della Plaja.
Dei due punti analizzati a Siracusa uno è risultato “fortemente inquinato” (quello effettuato a Siracusa alla foce del canale Grimaldi in località Porto Grande – zona Pantanelli) e l’altro “inquinato” (a Priolo, alla spiaggia nei pressi della foce Mostringiano, nella zona industriale).
Situazione non certo di molto migliore a Palermo dove sono stati analizzati sette punti, cinque dei quali hanno consegnato un giudizio di “fortemente inquinato” a Bagheria (foce del fiume Eleuterio); a Carini (località Villagrazia e alla foce del torrente Ciachea) e a Terrasini (diga foranea del porto). Nella norma le analisi effettuate nella spiaggia Vergine Maria (Tonnara Bordonaro) e a Termini Imerese (spiaggia nei pressi del vecchio oleificio al porto).
In provincia di Messina sono stati quattro i punti monitorati, tutti risultati con una carica batterica contenuta entro i limiti di legge (Messina città, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto – Milazzo e Capo D’Orlando).
Due i prelievi effettuati anche nel ragusano, di cui uno “fortemente inquinato” alla foce del fiume Fiumara di Modica, in località Arizza, nel comune di Scicli; mentre quello a Marina di Modica, alla spiaggia di piazza Mediterraneo, rientrante “Nei limiti”.
Un solo punto analizzato in provincia di Caltanissetta, precisamente a Gela (alla foce del Gattano in località Macchitella) risultato “fortemente inquinato”.
Cinque i prelievi effettuati nel trapanese tre dei quali oltre i limiti. Inquinati (Selinunte e Valderice) e fortemente inquinato Castelvetrano. Normali Trapani e Mazara del Vallo.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente nei giorni 5, 6, 8 e 9 luglio scorsi.
I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I prelievi sono stati effettuati il 6, 7, 8 e 9 luglio 2014