Il Catania ha dei problemi, dei grossi problemi in termini di qualità, gruppo e anche quantità, che settimana dopo settimana stanno spingendo la formazione etnea in un baratro sempre più profondo.
I rossoazzurri si erano presentati ai nastri di partenza di questo campionato con la voglia di riscattare sul campo la retrocessione dello scorso anno, tuttavia la società di via Magenta è costretta ancora una volta a fare i conti con una situazione critica.
NUMERI SPIETATI
Il Catania ha giocato 7 partite, ha vinto una sola volta, ha pareggiato tre e ha perso altrettanti match, è al ventunesimo posto in classifica con soli sei punti (in piena zona retrocessione) ed è lontana dalla vetta ben 8 lunghezze. Inoltre, ha già cambiato allenatore, ha quattro infortunati cronici (Terraciano, Frison, Rolin e Almiron), altrettanti acciaccati (Capuano, Spolli, Rinaudo, Jankovic) e tanti giocatori non mentalmente pronti alla categoria (Monzon, Peruzzi, Sauro, Calello, Chrapek e Leto, solo per citarne alcuni). Che non ci sia serenità è facile capirlo anche guardando le 4 espulsioni collezionate in 7 gare. Risultato? Regna il caos, almeno questo è quello che emerge guardando i rossoazzurri giocare. E tanto lontano dalla realtà non siamo parlando di disordine, tanto è vero che anche l’allenatore Giuseppe Sannino ha parlato di “momento di confusione”, evitando di nascondersi dietro a un dito in questo periodo così delicato per gli etnei.
IL REALISMO DI SANNINO
«Non vendo fumo – ha detto l’allenatore – siamo in emergenza ed è inutile negarlo; troveremo la strada migliore per uscire da questa situazione, ma intanto dobbiamo iniziare a ragionare da provinciale. Questa non è una classifica da Catania: contro di noi tutte le squadre giocano mettendo sempre qualcosa in più, noi giochiamo tra mille problemi, dovendo fare sempre i conti con molti infortunati, ma non cerco scuse. Per essere una squadra bisogna lavorare davvero tanto, siamo molto lontani dalla visione di gruppo. Ai ragazzi cerco di far capire sempre che dobbiamo fare il massimo, aspettando momenti migliori. Dobbiamo arrivare a gennaio poi, con la società parleremo: è evidente che qualcosa manca in termini di numeri».
MURO VIRTUALE PER SFOGARSI
I tifosi sono furiosi, hanno chiesto attraverso i social network le dimissioni del presidente, Nino Pulvirenti, e dell’amministratore delegato, Pablo Cosentino, perché l’amarezza è molta. La passione è tanta e di “vedere in campo giocatori svogliati, che non si impegnano, non si allenano come si deve e non sudano la maglia” proprio non ne possono più, come hanno scritto su facebook e twitter.
DOMENICA ALLE 12:30 LUNCH MATCH CON IL BARI
Piangere sul latte versato non serve mai a nulla, men che meno servirebbe adesso che mancano ancora trentacinque giornate alla fine del campionato: domenica al Massimino arriva il Bari, un’altra delle favorite del campionato, delusa da un inizio di stagione un po’ sottotono.
Catania e Bari sono due squadre che continuano a stare nell’anonimato e dunque entrambe sono chiamate a dare una dimostrazione di forza, con l’aggravante per gli etnei che in casa per loro non è più permesso sbagliare.
I PRECEDENTI
È la 23° volta che Bari e Catania si incontrano in Sicilia (3 volte in serie A, 18 in serie B e 1 in serie C): gli etnei nelle sfide del campionato cadetto hanno vinto 11 volte: l’ultima nel dicembre 2003, con il punteggio di 1-0 ed il gol vittoria di Del Vecchio al 32esimo del secondo tempo. I biancorossi hanno invece vinto 4 volte, mentre 3 sono stati i pareggi. In questi confronti al Massimino, il Catania ha segnato 26 gol, mentre il Bari ha realizzato solo 8 marcature.