Il secondo appuntamento della rassegna “Classica e dintorni”, inserita nel cartellone “Estate in città” è con il duo composto da Demetrio Comuzzi (alla viola) e da Anna Maria Curti Giardina (al pianoforte). L’atmosfera che ha l’ingresso del Castello Ursino è l’ideale per accogliere il suono ricco di suadente mistero della viola del maestro Comuzzi, grandioso virtuoso pieno di umiltà e voglia di comunicare emozioni in forma di musica, maestro che, sin da piccolo, rimase affascinato da questo strumento dal suono così misterioso.
La sua allieva, Anna Maria Curti Giardina, intervistata con il maestro la mattina prima del concerto, ci racconta che dopo essersi perfezionata con il maestro Domenico Piccichè, ha trovato nel maestro Comuzzi un vero punto di riferimento, senza tema si è detta “questo è mio” e sodalizio fu.
I brani per pianoforte e viola non sono moltissimi, ma nel programma proposto sabato sera, 18 ottobre, si spazia in un secolo e mezzo di composizione partendo dalle melodiose inquietudini di Robert Schumann (Adagio e allegro op. 70), arrivando alla sublime tecnica compositiva di Alessandro Longo (Suite per viola e pianoforte op.53), passando per il lirismo romantico di Franz Schubert e la folcloristica allegria di Mikhail Glinka, un programma che prende l’ascoltatore e lo accompagna lungo un cammino di suggestioni, dove l’orecchio è solo un mezzo per apprezzare il bello e buono che c’è nell’arte.
Il duo Comuzzi – Curti Giardina suona in perfetta sintonia, un’alchimia di incontri sonori perfettamente riuscita, frutto del rapporto docente discente, ma anche di medesime coordinate artistiche, osservarli la mattina alle prove senza usare molte parole, quasi nessuna, bastando solo uno sguardo per intendersi è segno di forte intesa tecnica e artistica, come un gruppo consolidato da diversi anni di tournée.
I lunghi e sentiti applausi hanno portato alla richiesta di bis, che è stato il molto vivace della Fantasy Pieces di Carl Reineke e l’inedita Romanza di Marco Enrico Bossi, una perla nel firmamento delle opere per viola e pianoforte, un motivo che accompagna il pubblico in un mondo sconosciuto e lo fa vibrare come le corde della viola di Demetrio Comuzzi.
Questi eventi sono occasioni per meditare sul ruolo dell’arte oggi, fruizione dell’arte che dovrebbe essere accessibile a tutti. L’arte rende le persone migliori, al concerto, a dimostrazione di ciò, hanno assistito anche bambini sotto i quattordici anni, che hanno seguito il concerto con insperato interesse e non scemata attenzione, un “miracolo” degli arcani della viola, forse, oppure davvero la musica, la vera musica, giunge al cuore dell’uomo per renderlo migliore?
Dispiace venire a conoscenza da parte dell’organizzazione dell’evento, che i fondi per l’attività artistica in Sicilia in soli quattro anni si siano ridotti a quasi un decimo, questi splendidi concerti diventano quasi un atto d’accusa a una politica poco attenta e un invito a non abbandonare la via dell’arte.
Il maestro Comuzzi ci dice che ci sono talenti oggi, ma l’assenza di lavoro e la possibilità anche solo di sbarcare il lunario con la musica, fanno allontanare questi talenti dall’Italia o addirittura dalla musica.
Il pubblico, a fine serata, è rimasto a salutare i due musicisti che hanno donato quasi un’ora di emozioni e sensazioni positive.
Antonio Luca Cuddè