L’ondata di maltempo che si è abbattuta sulla provincia di Catania è stato un album di errori, di sbagli, di sciocchezze; un campionario enorme di occasioni mancate e silenzi persi. Siamo passati da una sottovalutazione dell’evento conclamata da una smentita ufficiale dell’allerta, da parte del sindaco Enzo Bianco, per di più attribuita a “voci”, all’allarme esagerato sbandierato da Crocetta.
Nella sua visita ad Acireale, il presidente della Regione, tra le altee cose ha detto: «Spero anche che nelle prossime ore non dobbiamo celebrare in Sicilia cose terribili, ancor più gravi di quelle che sono accadute».
Giusto preoccuparsi, giusto avvertire la popolazione, meno giusto forse produrre il panico in tutta la Sicilia orientale. Specie dopo quello che era successo il giorno prima. Il buonsenso avrebbe suggerito di dare l’allarme ma senza enfasi e “inviti alla preghiera per chi è credente”.
Per di più, la rete, con tutte le deformazioni di cui è capace, ha provveduto da sé ad innalzare il livello di allarme. Siti, a volte improvvisati, hanno scritto di tutto e di più. «Allerta Meteo ciclone in Sicilia: è una rarissima “Mediterranean Tropical Storm”», «Un super ciclone extra tropicale potrebbe raggiungere domani la parte orientale della Sicilia», «L’emergenza maltempo si è spostato a sud. In particolare in Sicilia la Protezione civile si è attivata per l’arrivo di un ciclone simil-tropicale che potrebbe scatenare venti con intensità di tempesta o uragano sulle coste sud-orientali», «Allerta meteo al massimo in Sicilia: un ciclone sta arrivando», «Un fenomeno di maltempo tropicale si sta sviluppando nel canale di Sicilia: potrebbe essere un vero e proprio “uragano mediterraneo”». Per fortuna, non è accaduto nulla di grave. Mentre, alcuni giorni prima, le cose gravi sono accadute sul serio, ma a fronte di nessun allarme e per di più, quei pochi, smentiti. E se non c’è scappato il morto è stata solo ed esclusivamente fortuna. Solo i comuni di Aci castello e Aci Catena avevano emesso l’ordinanza di chiusura delle scuole. Probabilmente avevano deciso così per la particolare conformazione del loro territorio che comprende la famigerata – idrogeologicamente parlando – collina di Vampolieri. Ma sono stati gli unici a vedere più in là e meglio.
Purtroppo, a differenza di quanto dicono e sostengono in tanti, le trombe d’aria e le “bombe d’acqua” non sono fatti inconsueti dalle nostre parti. Dalle cronache più recenti, ecco che cosa è successo.
13 marzo 1995: «Tra Giarre, Riposto e Acireale si contarono 6 morti. 5 morti e 7 dispersi, invece, per l’affondamento della nave Pelhunter a largo delle coste catanesi. Il totale delle vittime, quindi, è stato di 11 morti più 7 dispersi».
10 dicembre 2004: «Ammontano a circa 200 mila euro i danni causati al verde cittadino dal tifone che ieri ha investito la nostra città. Ancora oggi i tecnici comunali continuano a effettuare sopralluoghi per fare una stima dei danni e procedere alla rimozione degli alberi abbattuti dalla furia del vento ed evitare quindi situazioni di pericolo e mettere in sicurezza gli arbusti pericolanti. Il patrimonio arboreo del verde pubblico è stato messo a dura prova. Particolarmente colpito il Parco Falcone dove sono stati distrutti circa 40 alberi: 30 completamente divelti e 10 fortemente danneggiati inoltre è andata distrutta tutta la recinzione; nella zona di Vulcania, nelle piazze Aldo Moro e Croce Rossa sono state distrutte 25 piante, mentre in via Fimia 15 alberi di falso pepe sono da eliminare perché completamente estirpati dalle zolle. In piazza Cavour è andata completamente eliminata una gravillea di circa 60 anni, mentre sono da rimuovere 10 piante di falso pepe e 10 jacarande fortemente danneggiate. Ed ancora 3 pini rovinati in Corso Indipendenza; 1 platano abbattuto in via Androne; 2 ficus ed 1 olivo completamente estirpati alla Circonvallazione e infine 5 piante di jacaranda in piazza Rosolino Pilo. I tecnici comunali stanno inoltre lavorando per rimuovere due grossi pini che sono stati abbattuti nei pressi della scuola materna comunale “Papavero” di via Vincenzo Giuffrida».
22 ottobre 2005: «Una pioggia torrenziale e imprevista si è abbattuta nel pomeriggio di oggi su Catania. Le stazioni meteorologiche Centrale e di Sigonella avevano infatti previsto che la perturbazione sarebbe passata al largo della costa ed invece, inaspettatamente ed improvvisamente, ha deviato verso il centro urbano».
23 febbraio 2013: «Fatti, purtroppo, che a Catania si sono ripetuti spesso. Senza dovere scavare troppo nei documenti e nella memoria: il 16 ottobre 1951 un violento nubifragio causò il crollo di un palazzo in viale Vittorio Veneto dove ci furono 8 morti. Nella mattinata l’inondazione aveva già causato due vittime: un tassista, Rosario Tudisco, e il suo passeggero un marinaio norvegese. Il 25 ottobre 1979 una ragazza annegò in via Tomaselli, in pieno centro cittadino, e un ragazzo morì travolto dal crollo di un muro sulla Circonvallazione nei pressi del Tondo Gioeni. Il 15 ottobre 2003 fu invece la volta di Annalisa Bongioanni che annegò dopo essere stata travolta dalle acque».
La Natura, anche se noi ci abbiano spesso messo del nostro, a volte è distruttiva e questo l’uomo, in ogni luogo, lo ha sempre saputo. Basta avere il buonsenso di prevenire e, qualche volta, quando purtroppo la prevenzione non basta, avere la forza di ricominciare da capo e rispettare Madre Natura.